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I libri del Dr. Bona L'Arte della levatrice, l'ipnosi evocativa della vita prenatale.

Buona lettura!

Il palpito dell’Uno, l’ipnosi regressiva e i colloqui con gli Spiriti Maestri

L'incontro del dottor Bona con un paziente, Davide, senza alcun problema psicologico, apre scenari insospettati sulla dimensione dell'anima. La trance ipnotica di questo paziente-non-paziente sfocia in territori oltre confine, ove altissime Guide Spirituali affrontano i grandi temi dell'umanità: l'Amore, la società contemporanea, la morte, la meditazione, il male, la malattia, il tempo.

Nel nome dell'Uno

«Parlare con un Angelo che affiora dalla trance é certamente un’esperienza mozzafiato, una comunicazione che va oltre le parole e che coinvolge ogni registro vibrazionale: la mente, l’anima e il cuore.» Così Angelo Bona, psicoterapeuta e anestesista, descrive le straordinarie esperienze di channeling di una sua nuova paziente “astronave” dell'Uno.

Il profumo dei fiori d’Acacia, l’ipnosi regressiva e la via del Samadhi

Lungo il cammino di ritorno a noi stessi, le vite assopite nel cuore si destano e raccontano un raggio di luce che conduce a Dio, seguendo l'essenza dell'uno: il profumo dei fiori d'acacia. L'esposizione di casi clinici reali e la loro attenta interpretazione si inseriscono in una sintesi unitaria, dove il nucleo simbolico dell'acacia rappresenta un'importante chiave di lettura.

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Il cipcipblog dell'AIRe: post completo e commenti

AVETE PAURA DELL'IGNOTO?

Caro Dottore, come spesso capita quando ho dei problemi mi chiudo "bruca" nella mia mela e non parlo con nessuno... Mi sta succedendo una cosa che non accetto di me:sto provando paura per dei cambiamenti che modificheranno (ancora una volta) il modo in cui ho vissuto fin'ora e cioè sto per cambiare casa e iniziare a "camminare con le mie gambe"... Ho paura di non farcela, ho paura di fallire, ho paura di deludere chi mi vive intorno e così invece di chiamare per confermare, passo giorni a strofinare pavimenti e notti con gli occhi aperti a pensare se sto facendo la cosa giusta... La mia domanda è: come si fa a vincere la paura dell'ignoto? Spero che anche questa volta troverò in voi aiuti e risposte che da sola non so darmi... Grazie e un mondo di luce e chiarezza a tutti. Zingara Cara Zingara,pensa se invece tu ce la facessi sempre, se riuscissi a non deludere mai nessuno, se tu non fallissi mai, se come mago Merlino potessi cantare "Higitus Figitus." e gli oggetti si riducessero ed entrassero nella tua borsa. Pensa se tutto fosse noto, risaputo, perfetto. La paura dell'ignoto non si vince quando il navigante ha completamente debellato le "cattive" emozioni, l'ansia di anticipazione, la timidezza. Stai facendo la cosa giusta o quasi giusta? Che margine di errore ti concedi da uno a dieci? Non ti auguro di raggiungere il fulcro assoluto dell'eterno dharma. Spero che tu abbia all'infinito una briciola di incertezza perché l'Amore è il viaggio e non esiste una Stazione Termini....e voi, avete paura dell'ignoto?Buona Vita Angelo Bona

Postato il: 29/11/2006 | Letto 33.423 volte | 

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Dr. Angelo Bona
Via Andrea Costa, 73
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Tel per appuntamenti in studio: 327 90116 94

Scrivetemi a angelobona1@gmail.com

Buona vita,
Angelo Bona

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Commenti al post37 Commenti al post

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dania

20 dicembre 2006, 18:52

La vita è un punto interrogativo. L'ignoto è un punto interrogativo. La vita è l'ignoto.
Avere paura dell'ignoto significa quindi aver paura di vivere.
Vivere è sperimentare. Aver paura di sperimentare l'gnoto significa aver paura di vivere.
Non sperimentare l'ignoto quotidianamente significa sopravvivere, non vivere, morire piano piano giorno per giorno.

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Sivi

6 dicembre 2006, 21:49

ho 21 anni...e se un anno fa mi aveste chiesto come immaginavo la mia vita tra 5 anni...avrei saputo con esattezza che cosa sarebbe diventata!
ma poi è bastato un attimo,una mattina,una telefonata e una voce che mi dice...stanotte ha avuto un incidente ,se ne è andato x sempre...
mi è crollato il mondo addosso,ho visto i miei sogni,i nostri progetti sgretolarsi...
e da quel giorno ho iniziato a chiedermi cosa ne sarebbe stata della mia vita senza di lui...(e non pensate ha 21 anni...ha tutta una vita davanti...eravamo insieme da 7 anni...era amore...era l'uno)
oggi a distanza di un anno tre mesi e 5 giorni....a quella domanda non mi so ancora rispondere..
so però cosa NON è la mia vita...
ma quello che è non lo so più....ed ho paura tutt'ora di un futuro senza di lui!
lui aveva fiducia in me,credeva in me più di chiunque altro..sapeva tirarmi fuori grinta,coraggio per farmi affrontare qualsiasi cosa,qualsiasi difficoltà...lui era la mia vita!
sognavo di concludere brillantemente gli studi,sono iscritta ad economia....di trovare un gran lavoro e avere tante responsabilità...insomma di diventare qualcuno...
e lui sarebbe stato sempre al mio fianco a consigliarmi....avremmo costruito una famiglia e sicuramente avremmo avuto dei bimbi...lui li adorava....
questi erano i nostri progetti,il nostro futuro...
e ora non è rimasto niente!
non riesco più negli studi,non credo di farcela a realizzare ciò che mi è rimasto...come magra soddisfazione...
ma più di tutto ho paura di deludere lui....non riuscendo...ho paura di non arrivare mai a dedicargli la mia tesi...ho paura che da lassù mi guardi e non possa essere fiero di me...

ho paura di ciò che è la vita senza di lui....un enorme punto interrogativo!

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Costanza

6 dicembre 2006, 08:36

L'IGNOTO è un CONTENITORE DA RIEMPIRE -con intenzione- di pensieri e di di sogni; di azioni anche azzardate (apparentemente) ma sempre vissute con umiltà, amore, fiducia e gioia per la vita; col sorriso e le braccia aperte ad accogliere i doni che sono lì e di cui spesso non sappiamo godere perché non riusciamo a vederli.
L'IGNOTO è il LIVELLO SUPERIORE di questo gioco virtuale in cui ci siamo calati per goderne, o comunque per farne esperienza, e viverne l'emozione.
Una vita al riparo dall'ignoto è una vita sprecata.
L'IGNOTO è SPERIMENTAZIONE e NUOVA COMPRENSIONE
L'IGNOTO è TUTTE LE POTENZIALITA' POSSIBILI: il più fantastico fra i doni di questa nostra dimensione.
Di tutte le esperienze, belle o brutte che ci "appaiano", siamo -comunque- sempre e solo noi i creatori.
....manteniamo fermamente, dunque, la nostra serenità, e tutto sarà solo ciò che deve essere: VITA.
Ciao a tutti.
Costanza

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Roberta (Alcyone)

4 dicembre 2006, 11:40

Ciao,
Io non ho paura dell'ignoto inteso come aldila', la vita dello spirito, tutto cio' che non ha materialita', che non si puo' spiegare con la scienza, anzi mi affascina....quello di cui ho paura e' me stessa, ho paura delle mie debolezze, ho paura di sbagliare, ho paura che gli altri mi giudichino una inetta, che non vale nulla..... ed ho paura della paura! (la paura genera altra paura) - che brutto!!!! - Ogniqualvolta devo intraprendere nuove strade, conoscere nuove persone, iniziare nuove cose, mi faccio prendere dal panico! fa parte di me. Perche' ho poca fiducia in me stessa, pero' quando poi ce la faccio: quanta e' la soddisfazione!

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mario

3 dicembre 2006, 11:35

beh vedo che il racconto non è piaciuto gran chè.

sarò forse un ingenuo ma a me l'dea di quel ragazzo in bicicletta che riconosce il vecchio Ulisse mi aveva molto commosso
ciao

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mario

2 dicembre 2006, 18:23

Un viaggio ancora




Oltre il sentiero si allungava un fosso. Al di là del fosso, perdendosi in lontananza nella bruma sfumata della campagna, si stendeva il mare di zolle. Lo chiudeva il cielo lontano ? irregolare nel disegno delle siepi e dei filari ?, freddo ed esangue nel pomeriggio d?autunno.
Una barca arrancava tra i solchi dell?aratura; scompariva e riappariva tra i blocchi di terra; una piccola vela si agitava al soffio del vento. Un uomo si teneva ritto a prua, stringendo tra le mani una fune tesa; pareva lottare con gli elementi. Dopo un poco, come indeciso, legò la fune e si erse a scrutare l?orizzonte. Teneva la mano sui sopraccigli, a palma in basso. Era a torso nudo; una veste gli sbatteva torcendosi sui fianchi.
Lasciai la bicicletta e superai il fosso. Dal limitare del campo arato fissai uomo e barca. Mi fulminò un pensiero.
?Ulisse! ? Gridai ? Ulisse! Dove vai??
L?uomo si girò dalla mia parte. Ancorché lontano capii che mi aveva udito e che ora mi guardava.
?Ulisse! ? Gridai di nuovo ? Che fai??. E lo salutai agitando il braccio.
L?uomo non rispose al saluto, ma governò la barca ? e credo gli costasse fatica ? per portarla nella mia direzione. Quando fu a una ventina di metri legò la vela e tenne fermo il timone. Immobile, si tenne in equilibrio senza afferrarsi con le mani, con l?esperienza di chi ha solcato molti mari. Era bruno e barbuto; aveva perduto molti capelli, forse era anche invecchiato, ma lo sguardo era dritto.
Per un po? ci guardammo in silenzio. Il vento portava ora la foschia verso il campo.
?Ulisse. ? Dissi alla fine ? Sei proprio tu.? E sentii che mi salivano agli occhi lacrime di commozione.
?Mi conosci?? Domandò infine. Aveva una voce profonda, ma gentile. Ricordai che era un re.
?Si. ? Risposi ? Ho letto di te, tanti anni fa, a scuola. E dopo, di mio impulso. Ho anche veduto uno sceneggiato alla televisione. Ma ora che ti guardo comprendo quanto fosse insulso.?
?Dici che hai letto di me. ? Mi interruppe ? Allora perché ti stupisci di vedermi partire??
?Non sono stupito. ? Mi azzardai a correggerlo ? Sono turbato.?
?E sia.? Disse, soddisfatto della mia risposta.
Stemmo di nuovo in silenzio. La barca ondeggiava sulle zolle.
?Dove te ne vai, ora?? Domandai, forse anche per rompere il silenzio. Ma avevo un groppo in gola.
Sorrise. Si lisciò la barba con le mani. Disse: ?La destinazione muta sempre con il tempo. Così non posso dirti dove vado. Le mie traversate - e tutto ciò che ho passato - mi hanno insegnato che in un viaggio la meta non esiste. Importante è solo ciò che si lascia. E comunque qualcosa si lascia quasi sempre. Puoi venire con me, però. Sarebbe forse la risposta alla tua domanda.?
Lo guardai, all?improvviso sgomento. Partire con Ulisse! Mi tremavano le ginocchia, e dovetti abbassare il capo. In un attimo mi passarono per la mente infinite possibilità e situazioni. Arrivai addirittura ad immaginarmi a tu per tu con gli Dei. Ma soprattutto mi accorsi che pensavo al ritorno. Ad un ritorno da Eroe, certo, ma al ritorno.
Quando rialzai lo sguardo sapevamo entrambi che avrei ripreso la bicicletta e sarei tornato a casa.
?Si stanno addensando le nubi. ? Annunciò allora Ulisse scrutando il cielo ? Forse sarà burrasca, più tardi.? Capii che voleva risparmiarmi l?umiliazione del rifiuto. Lasciò libera la vela che subito si tese con uno schiocco, e l?imbarcazione prese a scivolare veloce sulle zolle.
Ma all?ultimo la trattenne ancora per un attimo, e si volse a guardarmi. Compresi che gli pesava la mia mortificazione. Certo sapeva che una rinunzia è sempre dolorosa e che alcune, più di altre, non si possono scordare. Parve riflettere.
?Chétati cuore?? Incominciò a recitare, ma poi compì un gesto di fastidio con la mano, come a scacciare quei versi consunti, e disse:
?Non te la prendere: come ti ho detto, solo importa ciò che si lascia. Io stavolta non lascio nulla, dunque, forse non sto nemmeno partendo.?
Diede un colpo al timone e permise alla barca, non più trattenuta, di scatenarsi nella sua corsa verso l?orizzonte, verso il sole che ora tramontava, verso la nebbia ormai sanguigna dei suoi raggi, verso le zolle del largo che s?agitavano in lontananza come marosi.

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nemesi

1 dicembre 2006, 19:31

cara francesca..ti capisco benissimo.sono quasi ossessionata nell'organizzare il tempo e le giornate perchè non mi piace non sapere cosa accadrà..anche se ovviamente la certezza non c'è mai. ho paura dei cambiamenti..e mi trovo a vivere ciò che altri decidono per me..un pò difficile da spiegare..ma di fatto questo mi porta paura per l'ignoto.
posso consigliarti di buttarti a piedi pari nella tua nuova esperienza..non potrà mai essere un fallimento comunque vada..credici sempre!Sarà difficile per te e avrai paura di quello che potrebbe accadere..ma come dice Angelo, concediti anche un margine d'errore..e ti assicuro che non sarà un fallimento!
in bocca al lupo
nemesi

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mario

1 dicembre 2006, 16:42

io avrei un breve racconto di un mio amico sul tema dell'ignoto.
Se il Dottore lo consente potrei postarlo.

ciao

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Elisabetta

1 dicembre 2006, 11:23

L'ignoto sono io.
Ho più paura di me stessa, di non saper affrontare le nuove situazioni della vita, piuttosto che gli eventi che si presentano.
Ho sempre affrontato tutto "di pancia", ascoltando la sensazione che si presenta come un piccolo tremore... mi capita quando mi piace qualcuno, quando parlo con una persona nuova, quando visito una città e rimango sbalordita davanti ad un tramonto o ad un monumento che toglie il fiato.
L'ignoto mi spaventa meno di quanto mi spaventano le paure che ho dentro: il sentirmi inappropriata, non sentirmi all'altezza, sentirmi la "seconda scelta" e difficilmente "mi perdono".
Conoscendomi, non si direbbe ed è questo che agli occhi del mondo mi tutela.
Eli

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marina

1 dicembre 2006, 10:37

Un abbraccio virtuale a tutti, ad Angelo in modo particolare, perchè il suo cuore non ci sia mai ignoto.
Davide affronta il' vero ignoto', una dimensione al di là del suo livello di coscienza,un viaggio che prescinde dai soliti meccanismi psichici .Noi percorriamo strade, abitiamo case, amiamo con il timore di perdere, cambiare ciò che la consuetudine rende noto. In realtà, ogni attimo della nostra esistenza ci è ignoto: il pensiero costruisce l'illusione della certezza e noi vigiliamo affinchè nulla turbi tale stato. Ogni interferenza viene vissuta con ansia, l'animo sussulta all'idea del nuovo ma, è lì la vera linfa, il respiro oltre il quale attingere nuovo ossigeno.Amo il noto come l'ignoto.L'uno. Namaste.

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ornella

1 dicembre 2006, 07:05

Caspita!!!Anch'io cara zingara ho una grande paura dell'ignoto penso però che la grande volontà di potersi impegnare a che, tutto funzioni sia l'ingrediente necessario per farti superare questo momento.Io, ti dico quello che faccio in questi casi, è cercare di affrontare giorno per giorno un problema alla volta, mi armo così di grande pazienza, grande forza di volontà, un pizzico di speranza, una spruzzata di buonumore che risalta il sapore dell'entusiasmo, una grande dose di creatività il tutto impastato da tanto amore!!!Buon appetito!!!

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Aurora

30 novembre 2006, 23:05

Io affronto l'ignoto agendo subito, senza pensarci su due volte. Mi è capitato due o tre volte nella mia vita. E come se dentro di me qualcuno avesse già preso la decisione giusta e mi porta verso l'unica soluzione possibile ed io vado fiduciosa. Sarà giusto questo abbandonarsi e lasciarsi guidare? Mi è sempre andata bene: dopo aver fatto il salto nel buio, mi sono ritrovata nella luca. Sarà fortuna????

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Mila

30 novembre 2006, 20:26

CONFINE

La vita è tutta un confine
essere immobili o scappare
pensare e immaginare o prendere e andare
stare nella tua cameretta o giocarti la partita
senza una meta predefinita
senza un posto preciso,
senza sapere l?indomani cosa ti accadrà
con tanta paura, entusiasmo e imprevedibilità;

Prendere o lasciare
combattere o permettere al destino il suo corso fare
stare fermi od entrare nell?arena e farsi male
sputare sangue, piangere e soffrire
ma sentirsi liberi di agire;

Zittirsi o parlare
di fronte a coloro i quali non ti permetteranno di respirare
troppo forti troppo potenti
in un attimo i tuoi sogni ridurranno in frammenti;

Subire o reagire
rischiare molto e pensare di poter perdere la partita, la guerra
di poter perdere tutto, in un istante,
tutto il sudore versato, l?entusiasmo provato,
le idee e le intuizioni
le certezze e le soddisfazioni;

Tener duro o mollare
combattere o lasciar passare
sapendo che forse sarà tutto sprecato,
che le rinunce a nulla ti hanno portato
e rimpiangere il passato
che ormai se n?è andato;

Crederci o rassegnarsi
perché la speranza muore alla fine
dopo molti graffi e tante spine
ma senza garanzie acquisite
invocate ma da nessuno garantite;

Aver fiducia in te stesso o seguire gli altri
combattere per i tuoi ideali o seguire le regole delle buone maniere,
della maggioranza
essere degli altri un?istanza;

È un confine troppo sottile
per i deboli ancor più fine,
flebile, difficile
trasparente e impercettibile.

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beatrice (rm)

30 novembre 2006, 19:18

L'ignoto ha fascino da vendere,rinnova,ti ricorda che sei viva,nasconde anche quando è negativo una possibilità di crescita,la vita stessa è l'ignoto...quindi spero,cara Francesca,che con questa nuova esperienza riuscirai anche te a godere del lato positivo che riserva l'ignoto.In bocca al lupo...

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odette

30 novembre 2006, 18:17

Hai ragione Gabriella dobbiamo imparare ad ascoltare la nostra guida interiore e a sentire con il cuore .L'ignoto non lo conosce nessuno e può alle volte riservare brutte sorprese ma ascoltando la voce del cuore si riuscirà di sicuro a trovare la giusta strada da percorrere .
Baci a tutti

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Gabriella (usa)

30 novembre 2006, 12:09

Non ci sono mai certezze nella vita, ma dentro il nostro cuore sappiamo sempre se siamo felici o infelici e se stiamo facendo la cosa giusta. Il problema è che molte volte sbagliamo perchè non siamo noi a considerare le cose, ma qualcun altro lo fa per noi. Sono i nostri genitori, i nostri amici, i nostri vicini che parlano attraverso di noi con le loro opinioni che noi abbiamo fatto nostre perchè non abbiamo fiducia in noi ed in quello che pensiamo. Ehi, fermati un attimo e ascolta il tuo cuore e poi agisci. Di certezze non ce ne sono per nessuno, la vita non è una cambiale!!. Inizia col visualizzare tutto il positivo che deriverà da questo cambiamento e ringrazia Dio per avertelo concesso e vai avanti con un bel sorriso. Poi se qualcosa andrà storto lo affronterai quando e se succederà. Se non succererà come pensi fa niente, avrai comunque imparato qualcosa e forse sarà anche stato meglio per te. Chi lo sa?
Auguri e un sorriso.

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Silvia

30 novembre 2006, 11:55

Zingara cara.... volevo abbracciarti "virtualmente" e mandarti di rimando quanto sgorga dal tuo cuore!!! Vedi, basta attendere il lento procedere degli avvenimenti e la strada si spiana davanti a tuoi occhi! Buona Vita!!

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zingara

30 novembre 2006, 01:04

ma quanto belli siete? :)))
ennò paolo! io sono e resterò una zingaraccia libera e senza regole d'amore (nel senso che amerò sempre fino in fondo) e che non mi attaccherò alle cose tangibili anche perchè si lotta per eliminare la schiavitù:)
mi fate gioire davvero :)
x mirella:pochi minuti fa mi sono sentita stringere forte.
ho pensato qualcuno mi pensa così bene che mi sta abbracciando:) adesso ci provo io con voi tutti:* oso di più e vi bacio:)

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alessia

29 novembre 2006, 22:13

madonna questa mail e la sua risposta mi hanno aperto uno spiraglio di luce. apre il cuore e da saperanza

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Paola

29 novembre 2006, 20:28

Cara Zingara, quindi il più si è risolto e puoi essere più tranquilla. A te l'augurio di una buona nuova vita.
A volte abbiamo troppa paura dei cambiamenti, e non sappiamo cosa fare e che decisione prendere. Personalmene adoro i cambiamenti, li considero da sempre delle grandi opportunità e delle sfide sulle quali cimentarmi. Il più delle volte ci penso molto ai risvolti ignoti delle cose su cui bisogna prendere una decisione che cambia la vita e poi ... magicamente arriva da dentro una risposta ai dubbi e alle riflessioni. E' la decisione giusta e l'ignoto non mi fa paura ma mi stimola. Altre volte ho agito d'impulso verso l'ignoto ed ho sempre sbagliato perchè cercavo risposte fuori da me e non dentro e così l'ignoto mi ha riservato amare sorprese.
Quindi ho capito che l'ignoto non è nulla di negativo, anzi è positivo se lo si affronta guardando dentro noi stessi ... altrimenti è un casino !

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Mirella

29 novembre 2006, 19:44

....dimenticavo..........VI ABBRACCIO TUTTI AMICI DEL BLOG!!!

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Mirella

29 novembre 2006, 19:42

Cara Zingara...............ke sollievo leggere il tuo intervento nel blog i qualke minuto fa............. sono contentissima x te ke hai capito cosa fare grazie ad un segno!!!! Sono con te e con il tuo trillino!!! Vi auguro ogni bene e vi mando un abbraccio avvolgente.

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lara

29 novembre 2006, 19:34

Cara Zingara non ti devi preoccupare di ciò che non puoi prevedere. L'importante è che tu non perda mai la speranza..mi viene in mente una frase di una canzone di Baglioni che dice:"..sei tu che porterai il tuo amore per cento e mille strade, perchè non c'è mai fine a un viaggio anche se un sogno cade". Soprattutto non vivere con il timore di agire in modo sbagliato nei confronti di tuo figlio(figlia?): cerca di essere sempre serena, e se non ci riesci, non tenergli nascosto il tuo dolore, che sicuramente è momentaneo. I bambini sanno subito capire se stai male: in quelle occasioni abbraccia forte il tuo bambino, ti saprà dare quella forza e quel coraggio necessari ad andare avanti senza paura.

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Brigitta

29 novembre 2006, 19:11

Cara Francesca, ti capisco, conosco bene quella sensazione di paralisi di fronte a qualcosa che ci spaventa; ne ho sofferto per anni. Non credevo mai ad amici e parenti che mi assicuravano che ce la potevo fare perché convinta che me lo dicessero solo perché erano troppo buoni. E così il karma mi ha riservato la ?shock therapy? sotto forma di una donna che dopo neanche mezz?ora di conoscenza m?ha guardata negli occhi esclamando con frustrazione: ?Ma tu getti la spugni prima ancora di cominciare!? A quel punto sono rimasta paralizzata sì ma perché folgorata dalla realizzazione che aveva detto solo la sacrosanta verità: mi sono sentita punta sul vivo nel mio orgoglio (stranamente all?epoca mi vedevo come una persona molto tenace anche se timidissima) e ho dovuto ammettere a me stessa che aveva ragione. Da allora a piccoli passi ho imparato che ogni volta che affronti la paura dell?ignoto diventa più facile. Anzi, sono proprio quelle situazioni in cui non hai soluzioni di ripiego che ti fanno crescere di più. Un grande ?In bocca al lupo? a Zingara per questo nuovo capitolo di vita!

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zingara

29 novembre 2006, 19:07

vedete cari amici? di voi mi fido, sapevo che non mi avreste delusa e sono d'accordo con l'ascoltarsi, con l'essere un pò incosciente, con il vedere la vita come un gioco..volevo comunicarvi la risposta che ho avuto dopo che ho chiesto un segno: ho detto Dio ti prego non so che fare mandami un segno.
Dopo mesi che non lo sentivo mi chiama "il nonno" un mio caro amico al quale confido le mie paure e mi dice di non prendere posizioni se non me la sento.
Mentre comunicavo ai miei la decisione di aspettare ancora qui da loro e che quindi la casa non l'avrei presa mi arriva un'altra telefonata questa volta del vicino che mi vuol vendere casa sua ^_^ più chiaro di così...
vi voglio bene tutti UNO PER UNO e vi ringrazio dei vostri atti di amore nei miei confronti:)
per il DOTTORE più BONA che c'è: mi chiedi quanto margine di errore mi concedo...poco pochissimo, ma questo solo da quando sono diventata madre/padre...perchè ok sbagliare sulla mia vita, ma il mio trillino non deve pagare i miei errori...penso sia questa la mia paura più grande. un abbraccio enoMMe enoMMe a tutti.

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Enrico

29 novembre 2006, 19:05

Io ho paura del noto............

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Gaetano

29 novembre 2006, 17:56

Salve a tutti
io per anni ho avuto paura di agire per tutta una serie di motivi e cosi ho perso tante di quelle opportunita'.
Paura di cambiare poi e' il mio nome di battesimo. Mi adagio nella routine quotidiana e mi smuovo solo quando batto la testa contro muri di cemento armato.
Paura di sbagliare, di non sapere, di non essere capace etc...che tortura!
Ah, pero', a poco a poco, a passo di lumaca ho cominciato a darmi una mossa e la paura sembra meno forte e spiegare le ali anche solo per fare un giro fa entrare una brezza di aria fresca rigenerante.
Non ho mai avuto tanta paura dell'ignoto inteso come aldila', anzi, spesso la "fine"di una vita fisicamente mi vede molto interessato. Che cosa c'e`oltre mi chiedo spesso.
Mah, non ricordo cosa mi e' successo l'ultima volta che ho lasciato il corpo fisico...vedremo la prossima volta...
Gaetano

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FRANCESCA

29 novembre 2006, 16:41

A volte mi paralizzo dalla paura dell'ignoto, il mio cervello va totalmente in crisi, poi piano piano riesco a gestire quest paura e mi dico "calmati qualsiasi sia il tuo debito non può succedere tutto a te" e così affronto un problema alla folta e mi sento più adeguata alla situazione. Spero di essere stata chiara, ma non ci scommetto
VI VOGLIO BENE A VOI TUTTI CHE SCRIVETE PERCHè MI SENTO MENO SOLA IN CERTI MOMENTI

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Mirella

29 novembre 2006, 16:38

Cara Zingara
in quello ke scrivi percepisco molta ansia e paura...... ma sei sicura di essere pronta psicologicamente x andare a vivere da sola? Intendo dire ke se nn hai maturato bene questa decisione, forse dovresti prenderti un pò di tempo x "sentire" quale sia la strada giusta x te in questo momento. ank'io a 26 anni avevo deciso di andare a vivere da sola..... ma poi nn l'ho fatto xkè nn ero pronta x quel passo. Io nn so cosa sia giusto x te, ma lasciati un margine d'errore, una soluzione alternativa ke ti xmetta di "ripiegare" nel caso in cui ti accorgessi di nn imboccare la strada giusta x te in questo momento.
Ti auguro buona fortuna e l'augurio di trovare ciò ke veramente conta!!!

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Patrizia

29 novembre 2006, 16:10

Ciao a tutti,e'possibile avere il problema(anche se non lo percepisco come tale)contrario? Ovvero la paura del non cambiamento?Fin da bambina la mia curiosita' verso ogni cosa e soprattutto nei confronti di tutte le dimensioni dell'"oltre",ha raggiunto livelli per alcuni inaccettabili.In poche parole,la mattina ,anziche'bermi il classico caffe',devo sedarmi con una camomilla...
Un caro saluto!

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Massimo_(TV)

29 novembre 2006, 15:10

Quando ho paura di una situazione o di una cosa ci vado incontro, come sempre, la vedo dissolversi. Un'unica precauzione: sentirsi parte dell'UNO.

Cara Zingara ho ancora molte paure dentro me, alcune volte non ho dormito a causa loro, ma basta semplicemente fermarsi un attimo e pensare solo alla Divinità, che è dentro e fuori di noi, e tutto cambia. Un abbraccio

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oriana

29 novembre 2006, 13:57

Credo che la paura del cambiamento sia una profonda insicurezza o non consapevolezza del mutamento che avviene dal profondo del nostro sè. Potrebbe anche essere il bisogno di una svolta ancora non completata o maturata a sufficienza. Si, attendere il momento propizio della propria consapevolezza, ascoltarsi senza temere sè stessi credo che sia la strada giusta. Nell'ascolto dei propri veri bisogni vi è la maggiore certezza ed il vero, unico viaggio che ci porta a rivisatare l'esistenza anche di chi ci è affianco.

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salvatore

29 novembre 2006, 12:07

L'ignotoche cos'è?nella vita tutto e ignoto dal momento che decidiamo di nascere.Il fatto che si nasce si rinasce dimostra che tutto ci serve per evolvere.Dunque niente paura zingara vedrai che tutto va bene.Va dove ti porta il cuore e ti accorgerai che alla fine tutto e una zingarata.
un abbraccio

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Paolo -Parma

29 novembre 2006, 11:25

Ignoto inteso come una cosa non prevedibile, non programmabile, lo sconosciuto, fuori dal nostro controllo...a voglia di pensare e chiuderci in noi stessi per tentare di trovare una soluzione..ci può essere come può (raramente per fortuna) non esserci. L' ignoto turba il nostro pseudoequilibrio interiore, ci destabilizza e ci obbliga ad uscire dal nostro orticello, ad azzardare scelte e vivere situazioni che spontaneamente non avremmo mai fatte nostre. L'insicurezza, la paura di sbagliare è insita in ognuno di noi, tutti avremmo bisogno di mille certezze ma così non può essere (anche perchè diciamolo pure, sarebbe una piattezza). La vita stessa credo vada affrontata talvolta attimo per attimo ed è normale che ci si possa trovare nei classici momenti..oddio e ora che faccio??? E allora si che ci si deve affidare al proprio istinto alle proprie sensazioni, a volte buttarsi anche perchè lo stesso problema non ha mai un unica soluzione e non è detto che quella che a noi sembra la più razionale sia davvero l'optimum. Si può giungere ad una meta percorrendo strade diverse, la più breve non è detto sia la più agevole, e qui dovremmo misurare in modo più obiettivo possibile le nostre energie e dosarle di conseguenza. Certamente è importante soppesare, riflettere analizzare, valutare i pro e i contro ma tutto ciò senza esagerare senza crearsi un bandolo interiore dal quale risulterebbe difficile districarci...è stranamente vero che anche noi umani talvolta dobbiamo ricorrere all'istinto e credo che l'ignoto amplifichi parecchio proprio questo "senso".. carpe diem

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Clara

29 novembre 2006, 11:20

Cara dolce "Zingara", questo è il nome della tua anima... un' anima ribelle ed insofferente che desidera essere libera di viaggiare nelle strade dell'infinito, che non teme l'ignoto ma gli va incontro. Capisco bene le tue angosce ed ansie quando tutto quello che ti ha accompagnato per un periodo lentamente lascia il posto a qualcosa di nuovo e ti prepari a vivere nuove esperienze dove potrai conoscerti in nuove condizioni ma l'ignoto più che intimorire dovrebbe incuriosire sai che noia sarebbe la vita se tutto fosse eternamente immobile, l'immobilità è la morte; tu sei un essere in divenire, in evoluzione ed il cambiamento è una promozione perchè vuol dire che hai superato ed imparato dalle esperienze precedenti ed ora devi salire in una classe superiore dove dovrai affrontare nuove prove ed esperienze. pensa a quante nuove cose andrai incontro se manterrai sempre un dialogo con la tua anima niente ti potrà spaventare e ricordati non prendere mai le cose troppo sul serio la vita è soltanto un gioco e vivila sempre con l'entusiasmo del bambino. chisssà quante cose belle ci son in serbo per te, vai avanti valle a scoprire...
ti sono vicino in questo tuo cammino di crescita e ti invio un abbraccio di luce.
Clara
Clar

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Nhyria

29 novembre 2006, 10:45

Sono d'accordissimo con Paolo! Anche io sono una persona che si fa tante domande sul "giusto o sbagliato" e sul "fare o non fare", ma mi rendo conto che è tempo sprecato e che ascoltarsi sia la cosa fondamentale...forse avere l'appoggio di qualcuno vicino a noi aiuta, ma quando viene a mancare è sempre in noi stessi che dobbiamo trovare la forza ed il coraggio anche di affrontare quello che ci sembra un "rischio"... Ascoltiamoci gente, il cuore e le sensazioni...i migliori "consiglieri"! Buona Giornata!!

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Silvia

29 novembre 2006, 10:18

Credo che la paura o quantomeno l'insicurezza è insita nell'essere umano e, in definitiva, credo che sia meglio così. Tale paura allerta tutta la "persona" in modo da spaziare con tutti i sensi per un lungo raggio. Per me la paura è dell'ignoto, inteso per cose non "conosciute" e pertanto non so come sono, come diventano, cosa può succedermi etc.. Certo i cambiamenti possono impaurire proprio perchè è difficile "conoscerne" la fine! Non so dare una ricetta per risolvere il problema, ma in effetti mi trovo d'accordo con Paolo quando asserisce di fermarsi e sentire nel nostro profondo, con calma, la risposta che ci suggeriamo! Un abbraccio caloroso a tutti.

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