Elaine Aron, psicologa e ricercatrice americana, ha approfondito a partire dai primi anni 90 il tema delle persone altamente sensibili.
La maggiore sensibilità dei soggetti agli stimoli ambientali è stata chiamata dagli studiosi Sensory Processing Sensitivity ( E. Aron, 1997). Gli individui che la manifestano vengono descritti come “Highly Sensitive”, altamente sensibili, o possiamo definirli anche PAS persone ad alta sensibilità.
Pare che si nasca altamente sensibili e ci si riferisce ad una caratteristica innata favorevole o sfavorevole a seconda del contesto affettivo, delle relazioni sociali, degli stimoli ambientali.
I soggetti PAS possiedono maggiore sensibilità e vulnerabilità alla stimolazione ambientale (arousal), che se elevata e protratta determina per loro una sovraeccitazione (iperarousal) spesso intollerabile. Da ciò nasce la psicopatologia conseguente allo stress emozionale non dominato e rielaborato.
I soggetti PAS sono empatici, emotivi e pare che questo tratto si riferisca al 20% delle persone e che l’alta sensibilità si estenda anche al mondo animale.
Inoltre, non vi sono differenze di genere: ci sono tante femmine quanti maschi altamente sensibili.
I PAS subiscono più di altri soggetti i conflitti dell’infanzia e sono a rischio di contrarre disturbi ansiosi, ossessivi, depressivi e psicosomatici se sottoposti a stimoli affettivi e ambientali negativi. Parimenti i PAS che hanno vissuto in ambiente affettivo favorevole con una base affettiva sicura, manifestano migliori capacità di adattamento sociale e maggiore resilienza e strategie di superamento di stress emotivi affettivi e interpersonali (coping).
David Goleman psicologo statunitense parla di intelligenza emotiva.
Secondo Goleman nasciamo con due tipi di intelligenza, una razionale che è quella che viene valutata nell’apprendimento e nel I.Q e l’intelligenza emotiva da cui dipende la ottimale funzione ed utilizzo dell’alta sensibilità. Possiamo valutare oltre all'IQ anche un EQ: Quoziente Emozionale.
I soggetti PAS sono dotati di una dote di alta sensibilità che può essere ottimizzata e che diviene empatia sociale, capacità di interpretazione relazionale, autocontrollo, autodeterminazione, attenzione agli altri, amor proprio, in una parola: intelligenza emotiva.
Esiste ancora una intelligenza spirituale che concepisco come facoltà di percezione e connessione con l’Essenza, con l’Assoluto con Dio.
Questa intelligenza dell’anima ritengo valichi le facoltà della intelligenza emozionale e ci consenta di percepire l’Essenza del prossimo, del più piccolo animale, di ogni essere vivente.
Il caro amico Franco Battiato era certamente dotato di questa facoltà spirituale. “…percorreremo insieme le strade che ci portano all’Essenza…”.(La Cura).
L’intelligenza spirituale si inoltra in territori dove riconosciamo tramite l’ipnosi evocativa “ altri Sé”, identità interiori o “vite” che affiorano dal nostro inconscio.
Insieme al Prof. Enrico Facco, all’Istituto Don Gnocchi di Milano é stato compiuto uno studio fondamentale al quale ho partecipato.
Enrico Facco et al. Ipotesi mediche. settembre 2019.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31383343/
In questo studio riportiamo cinque "virtuosi ipnotici" molto rari; (HV) esenti da qualsiasi disturbo psichiatrico, sottoposti spontaneamente all'emergere di identità multiple durante l'ipnosi.
Ritengo che i cinque “virtuosi ipnotici” siano dotati di facoltà non solo legate alla intelligenza emotiva, ma avanzo per ora l’ipotesi di una dote aggiuntiva di una intelligenza spirituale.
Dalla ricerca condotta al Don Gnocchi di Milano abbiamo verificato come le” identità multiple” dei soggetti virtuosi si manifestano allorquando la risonanza magnetica funzionale verifica lo spegnersi di attività delle porzioni della corteccia cerebrale deputate alla coscienza razionale.
Durante l'ipnosi i soggetti sperimentavano esperienze spontanee e non invasive di altri sé ( identità interiori) che non venivano rievocate dopo la fine della sessione, a causa dell'amnesia post-ipnotica. La fMRI ha mostrato una significativa diminuzione della connettività nella Default Mode Network (DMN) soprattutto tra la corteccia cingolata posteriore e la corteccia prefrontale mediale.
La corteccia prefrontale gioca un ruolo chiave nelle cosiddette funzioni esecutive, che includono: la creazione di strategie, la pianificazione, il controllo delle emozioni, l'attenzione, la concentrazione, l'autocontrollo degli impulsi
La corteccia cingolata posteriore è coinvolta nell'autoconsapevolezza e nella gestione di memorie associate al dolore.
In parole povere quando si spengono le facoltà della nostra corteccia cerebrale si aprono esperienze esistenziali interiori altrimenti celate dalla mente razionale.
L’ipnosi può svelare ciò che dice Blaise Pascal: “…il cuore ha ragioni che la mente non conosce”.
In ambito terapeutico tramite l’ipnosi evocativa la conoscenza delle proprie “identità interiori” è fondamentale per intraprendere una analisi ed una cura di noi stessi utilizzando le facoltà dell’anima , della consapevolezza della nostra intelligenza spirituale.